«La mia scrittrice preferita.»
Nick Hornby
«Un’autrice che rappresenta il meglio della letteratura americana di oggi, una squisita cronista della vita di tutti i giorni. I suoi personaggi fanno a un tempo rabbia e tenerezza, sono tradizionali eppure eccentrici.»
The Observer
«Anne Tyler dimostra una creatività instancabile: sembra non esserci fine alla quantità di storie che riesce a inventare.»
London Review of Books
«La Tyler si è fatta cronista attenta e affettuosa di un’America piccola piccola, e bisogna darle atto di una straordinaria bravura.»
La Stampa
I Peck di Baltimora sono una famiglia agiata che, al riparo del proprio tranquillo feudo, preferisce ignorare il mondo esterno e condurre una vita convenzionale ed esclusiva. Ma dopo generazioni di Peck conformi al modello prestabilito, il matrimonio fra Duncan, pecora nera dalla spiccata volubilità, e la cugina Justine è destinato a rompere l'incantesimo di questa realtà a parte. Per Justine sarà l'inizio di una serie di spostamenti da una città all'altra, ma anche l'inizio di una profonda trasformazione personale. Tuttavia qualcun altro prima di Duncan e Justine si è allontanato da casa: l'inquieto prozio Caleb, ribellatosi al soffocante abbraccio della famiglia, del quale non si hanno notizie da ben sessant'anni. Non tutti però lo hanno dimenticato: suo fratello Daniel, uomo integerrimo, ex giudice piuttosto severo e formale, con l'aiuto della nipote Justine si ostina a seguire qualche debole traccia nella speranza di ricostruire, almeno in parte, l'ordine famigliare ormai perduto. Piccole manie e conformismi, guizzi di humour e inquietudini segnano dentro e fuori le righe la vita di una grande famiglia, una storia di crescita e di fughe, di ribellione e di rassegnazione.
«Non esiste forse oggi uno scrittore americano migliore di Anne Tyler. Quando un autore è di questo livello, è impossibile trovare dei termini di paragone.»
Los Angeles Times
«Non è solo brava, è straordinariamente brava!»
John Updike
«Il piacere dei romanzi della Tyler: un miscuglio di pathos e ironia, di personaggi nevrotici o sbiaditi, di tragedie e di quotidianità.»
l’Espresso
«Semplici tragedie quotidiane. Stupidità del vivere, forse, ma scritta con una prosa che ci emoziona e ci incanta. Ogni volta.»
D di Repubblica
«Una voce innovativa nella scena letteraria americana.»
Corriere della Sera